Discepolo o Studente

Aikido Kashin Roma
D.T. Roberto Martucci, 7° Dan Uisp-Do - 6° Dan Aikikai Tokyo
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Discepolo o Studente

Aikido Kashin Roma asd
Pubblicato da Admin in Letture · Mercoledì 08 Giu 2016
Cosa significa, in una scuola di arti marziali, essere "discepolo" o "studente". Un efficace estratto a firma Lynn Reafsnyder.

" La maggior parte di noi ha usato la parola “Deshi”, spesso senza sapere con precisione cosa significasse; molti l’hanno tradotta semplicemente come “studente” ma in realtà il termine ha un significato più profondo, poiché in giapponese il termine “studente” si traduce come “gakusei” mentre il termine “discepolo” come “deshi”, e questa è una differenza.  (...)

Ritengo che una comprensione del significato di questo termine e di ciò che implica sia necessaria per una reale interpretazione delle tradizionali Arti marziali giapponesi e del nostro ruolo nella pratica delle stesse. Anzitutto, è importante tenere a mente che lo scopo di una Ryu (Scuola tradizionale) non è quello di insegnare un' arte marziale... Lo scopo di una Ryu è la continuazione della stessa Ryu ed è perché ciò avvenga, che nella Ryu si insegna un' arte marziale.  L’insegnamento dell’arte è quindi un “mezzo” e non un “fine”.

Come molti sanno, la maggior parte delle Ryu non considerano qualcuno un membro della Scuola a tutti gli effetti finchè costui non ha conseguito almeno il grado di shodan; ovviamente, il tempo che l’aspirante membro trascorre come mudansha è una specie di periodo di prova, per verificare se è pronto ad assumersi la responsabilità di essere un deshi della Ryu. Perciò, vediamo che un vero deshi è più qualcuno che la Ryu considera conveniente addestrare, piuttosto che qualcuno che ritiene (a torto o a ragione...) di avere qualcosa da offrire alla Ryu.

Dal punto di vista delle necessità della Ryu, questa abbisogna di membri che intendono operare per la continuazione della Scuola, e non per il proprio tornaconto o successo personale, poichè per la mentalità giapponese, ciò che è bene per la comunità ha la precedenza sulle esigenze del singolo. In questo caso, la comunità è la Ryu e l’ego personale è un male per la Scuola.
Ecco il cambio di prospettiva: un deshi è qualcuno che la Ryu considera un potenziale erede della Scuola, quindi essere un deshi comporta assumersi delle responsabilità precise; non si può semplicemente andare in giro a fare l’ “artista marziale” ma bisogna essere all’altezza di rappresentare la propria Ryu. (..)

Per essere davvero un deshi bisogna dare se stessi aldilà delle necessità della Ryu; da uno shodan non ci si attende più di un comportamento dignitoso ed una conoscenza delle tecniche e dei principi basilari, ma via via che si sale di grado bisogna assumersi responsabilità sempre maggiori e cominciare a mettere da parte i propri desideri personali. Un buon esempio di questo assunto è costituito dalla figura dell’istruttore: in molte Ryu questo ruolo è ricoperto da membri che abbiano almeno il grado di renshi, in altre è normalmente richiesto come minimo il grado di yondan. Questo requisito fa si che il tempo necessario per conseguirlo consenta non solo al deshi di diventare pratico del cerimoniale della Ryu ma anche di sviluppare una propria personale dignità. Ora è bene chiarire le differenze tra il deshi di una Ryu ed un deshi personale o uchideshi (..)

Diventare un uchideshi significa entrare in una relazione così intensa e personale col proprio insegnante che solo pochi tra coloro che non l’hanno sperimentata possono comprenderla. E’ importante rilevare che in questa relazione anche il sensei ha degli obblighi verso lo uchideshi poichè, come tutte le relazioni che si basano su un mutuo accordo e sulla reciproca comprensione, si tratta di uno scambio nei due sensi. (...)

Uno studente principiante non può essere un deshi di una Ryu finchè non abbia raggiunto almeno il grado di shodan. Senza Ryu non ci sono deshi. Dopo essere diventato deshi, col tempo che passa e l’aumento di grado, uno può essere sempre più coinvolto nel ruolo di deshi. Per essere sicuro, uno studente deve essere leale con il suo sensei e con il Dojo in cui è stato accolto come studente (e si noti la differenza tra “essere accolto” ed “essersi iscritto”).

Essere un deshi richiede un impegno che molti non hanno voglia di compiere, ed è questa una delle particolarità che caratterizza una classica Ryu giapponese rispetto al resto del mondo delle Arti marziali.
Un occhio attento rileva la differenza."


              
              


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