Nostalgia

Aikido Kashin Roma
D.T. Roberto Martucci, 7° Dan Uisp-Do - 6° Dan Aikikai Tokyo
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Nostalgia

Aikido Roma Dojo Kashin
Pubblicato da M. Grimaldi in Riflessioni · 21 Gennaio 2021
Tags: endoseishiroaikidoroma
Sarà la nostalgia del Dojo che spinge a rifugiarsi nei ricordi, ma in questi giorni tanti vividi flashback mi riportano all'ultimo seminario di Endo Sensei... mi sembra addirittura di sentire sulla pelle il clima mite di quei giorni di ottobre.

Le riunioni dopo lezione per organizzare tutto nei minimi dettagli, la formazione delle squadre, chi-cosa-quando, l'impegno di tutti, il senso di collettività... anche il mezzo infarto che mi venne quando mi fu proposto di occuparmi del suo keikogi (che vedevo come una reliquia).

Perfino l'estremo imbarazzo per i cinque minuti di ritardo (dannata lente a contatto...) all'appuntamento all'hotel dove Endo Sensei e il suo gruppo attendevano, la volata in macchina su viale Togliatti, lo sguardo divertito di Roberto Sensei al vedermi scendere piccolo piccolo, desolato e trafelato.

I check dello spogliatoio, gli stuzzichini di frutta secca, le bottiglie d'acqua, l'odore del diffusore di aromi che avevamo messo.
Il kamiza per le occasioni speciali con i sassolini e i fiori, il montaggio del tatami, le pulizie. Il banchetto dell'accoglienza e il tavolo con l'acqua per i partecipanti.

Il momento in cui Endo Sensei entrava nel Dojo... non ho mai capito perché, nonostante lo sguardo severo e l'attitudine estremamente composta, sentivo emanazioni positive che mi facevano abbandonare la tensione.

E poi quelle sensazioni indescrivibili provate sul tatami, tutta la ricchezza che ha condiviso con noi, la gratitudine che straripava. Lo stupore nell'accorgermi che un Maestro di quella caratura era anche in grado, quando voleva, di far divertire.

L'impazienza di tornare sul tatami dopo il seminario per consolidare quei principi, la frustrazione nel rendermi conto che mi sfuggivano prima che riuscissi a farli miei, il parziale conforto nel ricordare che anche O-Sensei diceva "imparate e dimenticate".

E quella strana sensazione agrodolce, quella soddisfazione mista a nostalgia mentre andava via e noi riportavamo il Dojo al suo stato originale... un po' come quando da piccoli finiva la festa che avevamo organizzato a casa nostra e la mamma ci diceva di mettere in ordine la nostra cameretta.

Forse certe esperienze non finiscono mai davvero, restano dormienti per riaffiorare all'improvviso come se le stessimo vivendo di nuovo.

Marco Grimaldi





                
       


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